Oggi parliamo alimenazione e malattie cardiovascolari

Oggi parliamo alimenazione e malattie cardiovascolari

Mangiare troppo e in maniera non corretta può causare sovrappeso, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa e sindrome metabolica, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e tumori.

Il trattamento delle malattie cardiovascolari oltre alla necessaria terapia farmacologica richiede un cambiamento delle proprie abitudini di vita.

L’insorgenza di malattie cardiovascolari è correlata al livello di concentrazione di colesterolo nel sangue. L’ipercolesterolemia è legata ad un’alimentazione squilibrata, al fumo, alla sedentarietà, al sovrappeso, al diabete; più raramente è dovuta a un’alterazione genetica.

Un’alimentazione sana può ridurre il colesterolo nel sangue fra il 5% e il 10%; una riduzione del 10% della colesterolemia riduce la probabilità di morire di una malattia cardiovascolare del 20%.

La maggior parte dei casi di ipertensione è dovuta ad abitudini di vita non corrette. Fin dalla giovane età è consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili seguendo un’alimentazione sana e praticando regolare attività fisica. È fondamentale tenere sotto controllo il peso. Con l’aumento di peso il cuore deve pompare con più energia per mandare il sangue in tutti i tessuti.

Il mio intervento nutrizionale, di tipo preventivo e di supporto terapeutico, in ambito cardiovascolare, si basa su differenti strategie nutrizionali per il paziente cardiopatico o iperteso in relazione alla sua situazione clinica precedentemente diagnosticata dal cardiologo.

Un approccio condiviso tra gli specialisti sarà un supporto per il paziente a partire dalla prognosi e per tutta la durata della terapia.

Oggi parliamo di celiachia e gluten sensitivity

Oggi parliamo di celiachia e gluten sensitivity

La celiachia e la gluten sensitivity sono entrambe reazioni avverse agli alimenti che si manifestano a seguito di assunzione di glutine, una proteina contenuta in molti cereali ma principalmente nel grano.

Nei soggetti predisposti, l’assunzione di una quota eccessiva di glutine scaturisce un’infiammazione delle mucose, generando gonfiore addominale, stipsi o diarrea, rendendo inoltre permeabili le mucose alle sostanze di scarto che andrebbero eliminate ma che invece entrano nel circuito sanguigno facendo insorgere così intolleranze ed il rallentamento o blocco del metabolismo.

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine che si riscontra in persone di tutte le età. L’ingestione di glutine determina una risposta immunitaria importante a livello dell’intestino tenue a cui consegue un’infiammazione cronica con alterazioni morfologiche dei villi intestinali, appiattimento, e quindi un malassorbimento da parte dell’organismo delle sostanze nutritive.

La gluten sensitivity o sensibilità al glutine è uno stato infiammatorio cronico che si instaura, in alcune persone, come conseguenza di un regime alimentare in cui si consuma glutine (può essere un’intolleranza a sé stante o il preludio della celiachia).

È possibile diagnosticare la celiachia e la gluten sensitivity attraverso diversi test ma l’intervento nutrizionale è fondamentale in entrambi i casi per migliorare lo stato di salute.

Conosci la vitamina B12?

Conosci la vitamina B12?

La B12 è una vitamina idrosolubile chiamata anche Cobalamina impiegata in diversi processi biochimici e a livello neurologico. È contenuta principalmente negli alimenti di origine animale, in particolare fegato e reni, ma anche in uova, pesce, molluschi, formaggio e carni.
Gli ultimi dati statistici riportano un’insorgenza della carenza della vitamina B12 che riguarda principalmente le persone che consumano una dieta vegana e vegetariana. Tuttavia, la causa più comune del deficit di vitamina B12 non è questa alimentazione, bensì il suo insufficiente assorbimento, per una serie di ragioni legate al suo complesso metabolismo.
Un aspetto della vitamina B12 è legato al deterioramento mentale degli anziani che è spesso associato alla sua carenza e a quella dei folati: uno studio molto esteso del 1991 ha osservato una completa guarigione nel 61% dei casi con la somministrazione della vitamina ma altri studi nei quali l’insorgenza del deficit era più recente hanno riportato risultati anche migliori.

Anche la depressione dell’anziano ha una correlazione con la somministrazione della vitamina B12 perché favorisce la sintesi di un coenzima che entra nel processo di sintesi di dopamina e serotonina in grado di migliorare sensibilmente il benessere dell’anziano.
La carenza di vitamina B12 rappresenta un problema dal punto di vista diagnostico, perché si può manifestare una sintomatologia anche in presenza di valori che secondo i parametri di laboratorio rientrano nella normalità.

Per una valutazione più accurata vanno quindi presi in considerazione anche altri parametri come il valore dell’omocisteina, mentre l’esame più sensibile è il dosaggio urinario dell’acido metilmalonico, che aumenta in condizioni di carenza di B12.
È possibile intraprendere una terapia di integrazione di vitamina B12 anche se in commercio si trova spesso abbinata allo ione cianuro, cosa che ne rende la metabolizzazione più complicata e motivo per cui in molti pazienti che presentano errori metabolici per ragioni genetiche, l’integrazione non è efficace ed è per questo che si necessita del parere di una persona esperta.

16 Ottobre, giornata mondiale dell’alimentazione

16 Ottobre, giornata mondiale dell’alimentazione


Il 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione per ricordare l’anniversario della data di fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), istituita a Québec il 16 ottobre 1945.

Quest’anno la Giornata Mondiale dell’Alimentazione ha come tema e filo conduttore l’acqua, fondamentale per produrre cibo ed energia. Inoltre, l’acqua è una risorsa necessaria in una dieta sana e un bene comune da preservare, rispettare e non sprecare.

Il tema ha come titolo “L’acqua è vita, l’acqua è cibo, non lasciare indietro nessuno” e pone l’accento sulla difficile situazione dei 2,4 miliardi di persone che vivono in Paesi con stress idrico, dove la scarsità d’acqua diventa una causa crescente di conflitti, come osserva la Fao.

In questa giornata, ma con uno sguardo verso il futuro, impegniamoci a salvaguardare questa preziosa risorsa con consapevolezza!

Oggi parliamo di digiuno intermittente

Oggi parliamo di digiuno intermittente

l digiuno intermittente è una strategia nutrizionale che sta diventando sempre più popolare soprattutto perché diverse persone dello spettacolo lo stanno praticando.

Ma che cos’è digiuno intermittente? Il digiuno e digiuno intermittente sono sempre stati seguiti dall’uomo per motivi sia religiosi che culturali.
Ci sono molti studi svolti negli ultimi anni che dimostrano gli effetti benefici del digiuno sulla salute e sulla longevità, nonché sul calo di peso ponderale. Il digiuno intermittente presenta diversi benefici, tra cui:

  • Migliora lo stato di salute cardiaco (uno studio del 2019 ha dimostrato un miglioramento dei livelli di colesterolo, una riduzione della pressione sanguigna e una riduzione del rischio di malattie cardiache)
  • Migliora la sensibilità insulinica (il corpo utilizza meglio l’insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue)
  • Riduce l’infiammazione
  • Migliora la salute del cervello
  • Ha effetti positivi sulla rigenerazione cellulare
  • Depura l’organismo
  • Aumenta la vitalità

Come funziona il digiuno intermittente? Il digiuno intermittente prevede di mangiare per 8 ore al giorno e di digiunare per le restanti 16 ore definite in base alle esigenze della singola persona.

Nel periodo di digiuno è importante bere per assicurare una giusta idratazione all’organismo mentre in quello di alimentazione è raccomandato consumare pasti sani ed equilibrati suggeriti da uno specialista della nutrizione, evitando il consumo di cibi spazzatura e ad alto contenuto calorico.

Non tutti possono seguire il digiuno intermittente.

Conosci il polline?

Conosci il polline?

Il polline si presenta come granuli di polvere di colore giallo-rosso o marrone-viola al cui interno si trovano le cellule germinali delle piante. Il polline viene raccolto e immagazzinato dalle api, a partire dai fiori, che lo utilizzano per la produzione di pappa reale (il nettare della regina) e per nutrire le larve all’interno dell’alveare.

Questa polvere è uno degli alimenti più preziosi al mondo in quanto apporta numerosi benefici alla nostra salute, poiché è una ricchissima e completa fonte di sali minerali (Potassio, Calcio, Magnesio), vitamine (soprattutto A, gruppo B, C ed E), proteine (35% del suo contenuto), quasi tutti gli amminoacidi presenti in natura, carotenoidi, flavonoidi e fitosteroli.

Grazie a queste proprietà il consumo di polline è particolarmente indicato per gli sportivi che hanno bisogno di un supporto, assolutamente naturale, per gli sforzi muscolari. In alcuni casi può sostituire gli integratori in polvere, per aumentare l’apporto di proteine ed aminoacidi essenziali, fondamentali per consentire la sintesi proteica post-allenamento.

Utilizzare il polline come alimento è indicato anche per rafforzare il sistema immunitario, accelerare il metabolismo, normalizzare la flora batterica intestinale, favorire la digestione, abbassare il colesterolo “cattivo” (LDL) e migliorare il microcircolo sanguigno.

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