Infiammazioni e dolore

Il ruolo strategico dell’alimentazione per contrastare processi infiammatori, infiammazioni croniche e dolore

Le infiammazioni e i dolori si possono combattere a tavola

L’infiammazione è una naturale e positiva risposta del corpo a danni fisici causati da agenti esterni o infezioni microbiche. La risposta infiammatoria si attiva in modo innato a seguito di innumerevoli stimoli, come per esempio un taglio sulla pelle, la puntura di un insetto, reazioni immunitarie (le allergie), il contatto con un acido corrosivo oppure un’infezione batterica. Tale risposta si attiva anche a seguito di un’alimentazione costantemente squilibrata, oppure per l’inattività fisica o in conseguenza di patologie come obesità, colon irritabile, endometriosi, fibromialgia, psoriasi, dermatite.

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La risposta infiammatoria solitamente dura alcuni giorni, ma può perdurare più a lungo.
L’infiammazione infatti si distingue tra:

 

  • ACUTA, in cui si rilevavo tre fasi: fase di difesa, fase di ricostruzione e fase di ritorno alla normalità o guarigione;

  • CRONICA in cui non ci sono fasi progressive in quanto rappresenta un permanente stato di allarme in cui l’organismo non torna allo stato di normalità ma rimane in condizione di infiammazione continua.

L’infiammazione assume connotati negativi proprio quando perdura nel tempo, cronicizzandosi e associandosi a numerose patologie, peggiorandone l’andamento e la gravità. L’infiammazione cronica è stata definita come il lato oscuro dell’infiammazione perché legata all’eziopatogenesi di diverse malattie tra le quali l’aterosclerosi, l’obesità, il diabete, le cardiopatie, la psoriasi, l’artrosi, le infiammazioni intestinali, la cellulite, fino ai disordini neurodegenerativi come la malattia di Alzheimer e quella di Parkinson. Inoltre, l’infiammazione cronica è presente ed ha un ruolo attivo nella progressione di altre patologie quali il cancro, l’artrite reumatoide, nonché in relazione a diverse problematiche legate all’invecchiamento (Inflammaging). Quindi l’infiammazione è causa e conseguenza di patologie di varia natura ed entità.
Tra i fattori che contribuiscono all’infiammazione cronica risultano importanti l’alimentazione e lo stile di vita errati.

Mentre alcuni alimenti esercitano un ruolo antinfiammatorio, altri risultano invece proinfiammatori.

Qui alcune indicazioni alimentari antinfiammatori:

  • incrementare l’uso di cibi ricchi di acidi grassi polinsaturi della serie omega 3: olio di lino (che deve essere usato solo a crudo), semi di lino, noci, rosmarino ed origano secco, semi di zucca, fagioli di soia, portulaca, mandorle e nocciole, pesce azzurro (sardine, sgombri etc);
  • assume Vitamina D anche come integrazione in quanto contrasta l’infiammazione
  • assumere giornalmente alimenti ad alto contenuto di Vitamine antiossidanti A, C, E contenute nella zucca gialla, radicchio verde, pomodori, peperoncini piccanti, ribes nero, ortica, prezzemolo, peperoni, arance, agrumi, kiwi, mango, ma anche in nocciole, mandorle, germe di grano, olio extra vergine d’oliva, pinoli, salvia e rosmarino secchi.
     utilizzare lo zenzero (fresco o secco in polvere): ha proprietà stimolanti la digestione (stomachino), stimolanti la circolazione periferica, antinfiammatorie ed antiossidanti,
  • preferire il consumo di cereali integrali in chicco (riso, avena, orzo, miglio, amaranto, quinoa, grano saraceno, mais) per il loro contenuto in acidi grassi polinsaturi (omega 3);
  •  il the verde che contiene polifenoli (catechine)
  •  il peperoncino piccante che contiene la capsaicina
  •  il pepe nero, che figura tra i rimedi della medicina ayurvedica.
  • il curry, che è ricco di curcuma (zafferano delle indie)
  •  la buccia di uva rossa che contiene il resveratrolo e i polifenoli
  •  il melograno con spiccate azioni antitumorali
  • il selenio oligonutriente fondamentale per l’uomo e determinante per il funzionamento della ghiandola tiroidea.

Mentre per ridurre l’infiammazione è importante:

  • limitare nel possibile l’assunzione di acidi grassi saturi animali come latte, formaggi, burro, uova, carni grasse, insaccati
  • ridurre il consumo di acidi grassi della serie omega 6: olio di soia, olio di girasole, olio di mais, olio di sesamo, olio di semi vari, margarina, maionese, semi di girasole;
  • ridurre l’utilizzo di alimenti ricchi di glutine (grano, farro, kamut, seitan) per l’azione immunogenica della gliadina;
  • eliminare il più possibile prodotti contenenti zuccheri semplici (biscotti, torte, bibite zuccherate, miele, gelati, prodotti di pasticceria in genere)
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