Il colon irritabile (Irritable Bowel Syndrome, IBS) è una sindrome funzionale molto frequente dell’intestino in assenza di lesioni anatomiche specifiche. La sindrome del colon irritabile (IBS) può essere definita come un disturbo cronico e ricorrente delle funzioni dell’apparato gastrointestinale. Essa interessa il colon e l’intestino tenue con alterazioni delle funzioni motorie, della sensibilità dolorosa e della secrezione di liquidi. Queste attività del tubo digerente (motilità, sensibilità e secrezione) sono regolate dal cervello, che può interagire in modo improprio ed anomalo con l’intestino, ed è perciò che l’IBS viene anche chiamata disturbo dell’asse cerebro-intestinale.
I SINTOMI DELLA SINDROME DEL COLON IRRITABILE
Clinicamente l’IBS, si manifesta nella maggior parte dei casi con dolori addominali o crampi, si può presentare in tre varianti:
dolore addominale cronico e stipsi;
alternanza di stipsi e diarrea;
diarrea cronica senza dolore.
I sintomi caratteristici del colon irritabile sono il dolore addominale, che si allevia dopo l’evacuazione di feci o gas, stipsi, diarrea, presenza di muco bianco giallastro nelle feci, meteorismo, nausea, borborigmi, gonfiore addominale e cattiva digestione. I sintomi spesso si attenuano con la defecazione.
Un sintomo molto comune nell’IBS è il gonfiore della pancia, ovvero una sgradevole sensazione di ripienezza di gas al giro vita.ùFluttuazioni ormonali interferiscono con l’attività intestinale nelle donne.
LA DIAGNOSI DELLA SINDROME DA COLON IRRITABILE
Diagnosi Il medico, per la diagnosi della sindrome dell’intestino irritabile, si basa sulle caratteristiche dell’alvo, sull’insorgenza e sulle caratteristiche del dolore e sull’esclusione di altri processi patologici attraverso l’esame obiettivo e gli esami diagnostici di routine.
In particolare:
Valutazione clinica, basata su criteri di Roma;
Screening per cause organiche con esami di laboratorio di routine e la sigmoidoscopia o colonscopia;
Altri test per i pazienti con segni d’allarme (p. es., sanguinamento rettale, perdita di peso, febbre).
I FOOD MAP, LE SOSTANZE CHE CREANO DISTURBI AL COLON
L’attenzione rivolta agli alimenti come possibili fattori eziopatogenetici e/o esacerbanti dei disturbi gastrointestinali va crescendo nei recenti lavori scientifici; in particolare, si è incentrata su alcune molecole presenti in varie classi di alimenti che sembrerebbero peggiorare la sintomatologia dei pazienti affetti da IBS. Queste sostanze vengono indicate con il termine “FODMAP”, forme di carboidrati che, in persone con un’aumentata sensibilità intestinale, creano disturbi riconducibili all’IBS. Il microbiota intestinale può essere significativamente modificato dall’introduzione di FODMAP.
I FODMAP sono carboidrati a catena corta scarsamente assorbiti. Questi comprendono fruttosio, lattosio, fruttooligosaccaridi, galattooligosaccaridi (fruttani e galattani) e polioli (come sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo). Tutti hanno in comune tre proprietà funzionali:
1. sono scarsamente assorbiti dall’intestino tenue;
2. sono molecole piccole e quindi osmoticamente attive;
3. sono dei batteri a fermentazione rapida.
I cibi ad alto contenuto di FODMAP includono quelli con eccesso di fruttosio (miele, pesche, frutta essiccata), fruttani (grano, segale, cipolle), sorbitolo (albicocche, prugne, dolcificanti) e raffinoso (lenticchie, cavoli, legumi). Questo tipo di molecole sono scarsamente digeribili e/o assorbibili nell’intestino tenue.
I cereali contenenti glutine sono sconsigliati È ormai condiviso che una dieta a basso contenuto di FODMAP (dieta low- FODMAP) aiuta a ridurre i sintomi tipici dell’IBS ed a migliorare lo stato di benessere dell’individuo, soprattutto relativamente al grado di soddisfazione sociale.
LA DIETA A BASSO CONTENUTO FOOD MAP, PER LA TERAPIA DEL COLON IRRITABILE
Il punto di forza della dieta a basso contenuto di FODMAP è la restrizione contemporanea di tutti gli alimenti che possono creare problemi in soggetti affetti da IBS, al contrario di altri approcci dietetici che mirano alla completa e definitiva eliminazione di solo una parte di essi (ad esempio bandendo tutti i latticini e i prodotti contenenti lattosio). In caso di IBS non si tratta di intolleranza, ma di malassorbimento, al regime dietetico low-FODMAP deve essere associata una rieducazione alimentare, nell’ottica di una scelta consapevole dei vari alimenti e di una limitazione all’adesione dei modelli alimentari restrittivi, monotoni e molto spesso ingiustificati.
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